What’s going on – proiezione e tempera realizzata da Vincenzo D’Argenio-LAST22 allo showroom Pedicini, in occasione del festival Symbolum – è l’effetto incrinato del sogno americano.
Ozzie e Harriet abbracciano
il figlio David, sorridendo al mondo che li osserva. Capelli in piega, camicia
stirata e volti lisci, tutta la famiglia è in posa per la foto da incorniciare
e mettere sulla mensola del caminetto. Poco prima dello scatto, però, succede
qualcosa e l’immagine restituisce una sagoma vuota. Di David, sono rimasti solo
i contorni. Ozzie e Harriet dissimulano perfettamente il loro disagio, tentano ancora
di stringere la figura assente ma, tra loro, ormai, si è aperto il nulla.
The
adventures of Ozzie and Harriet è una sitcom
americana, basata sulla vita reale della famiglia Nelson e trasmessa in radio e
televisione dal 1952 al 1966. Riuscì a raggiungere un notevole successo e,
rapidamente, divenne il simbolo della tipica famiglia americana, bianca,
benestante e fiera delle stelle e delle strisce. Troppa perfezione, però, anche
per il mondo patinato trasmesso dalle antenne della ABC, considerando che, già
negli anni ’60, quegli ideali iniziavano ad apparire artificiosi. Erano i tempi
della contestazione giovanile, della guerra in Vietnam, delle lotte per i
diritti degli afroamericani, un nuovo mondo stava emergendo e Marvin Gaye si
chiedeva “cosa sta succedendo”. La serie fu cancellata e vani furono i
tentativi di cambiare ambientazioni e personaggi.
Il sogno americano è
una successione prefissata di immagini cristallizzate e rassicuranti. Le cose
occupano uno spazio ben definito, tutto deve rimanere al posto giusto, dal
taglio di capelli alle rughe d’espressione, dalla taglia della giacca alla
gradazione di bianco del sorriso. Ogni elemento non può che condurre al modello
unificante della famiglia felice e integrata, gerarchica e patriarcale,
rispettosa delle convenzioni imposte dalla cultura dominante e identificata con
i prodotti di rapido consumo. La dialettica è nullificata, il contrasto si
gioca solo sulla superficie illuminata e non lascia strascichi. In questo mondo
piatto, gli oggetti e le figure non hanno ombre.
What's Going On #2 |
In What’s going on, è stata compiuta un’operazione destrutturante. Nel
sogno americano, rappresentazione paradigmatica del benessere occidentale, si inserisce
un inquietante elemento di disturbo visivo e anche l’inviolabile patto di
eternità, incarnato nella prole, è destinato a sciogliersi. Le
caratterizzazioni del mondo degli adulti sono ridicolizzate, la cultura pronta
all’uso poggia la sua pretesa omologante su una vacuità che i vestiti, le mode
e gli atteggiamenti tentano di occultare. Allora, proprio il simbolo del nucleo
famigliare è attratto fatalmente verso il fondo che, con movimento opposto,
emerge e si insinua tra le salde braccia delle figure genitoriali, ritagliando
il suo posto illegittimo. Eppure, il sorriso è una smorfia acritica e perenne,
il dubbio, anche quello più atroce e messo a nudo, non riesce a scalfire la
sicurezza prefabbricata. Così, l’ombra bianca diventa presenza ingombrante e
paradossale, lo stereotipo rovesciato mostra la sua forma illogica.
Mario Francesco Simeone
What's Going On #1 |